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Un testo molto interessante per la pastorale familiare pubblicato dal Vicariato di Roma nella sezione dedicata alla pastorale familiare.

Estremamente concreto e lucido nell’analisi della situazione attuale e nel percorre delle interessantissime linee guide per attivare nella diocesi una pastorale familiare efficace. Dal tema della corresponsabilità tra i sacerdoti e e giovani coppie alla formazione degli adolescenti e dei fidanzati, fino alla preparazione al matrimonio e poi la crescita e la guida delle “giovani coppie”. Spunti ed indicazioni molto concreti per organizzare e gestire gli incontri, organizzare i piccoli gruppi di famiglie, il ruolo delle coppie “animatrici” il ruolo di guida spirituale dei sacerdoti e dei parroci. Anche alcuni suggerimenti molto concreti per vivere con le famiglie in pienezza la liturgia domenicale.

E’ davvero utile leggere questo testo. Solo una nota tecnica, il PDF è costruito per essere stampato fronte retro per leggerlo al computer dovete far riferimento al numero delle pagine, altrimenti stampatelo e lo leggerete più comodamente.

Vi riporto comunque l’introduzione:

1. Tre indirizzi fondamentali

Tre sono gli indirizzi fondamentali che il Papa ci ha suggerito nel Convegno Diocesano del 2009.
Essi riflettono perfettamente i tre indirizzi che intendiamo dare e di fatto in parte abbiamo dato alla pastorale delle giovani famiglie, a conferma della comunione di intenti fra il Pastore e la sua Diocesi, premessa necessaria ad ogni azione pastorale efficace.

a. Corresponsabilità fra sacerdoti e laici

Quello della corresponsabilità pastorale fra sacerdoti e laici nella comunità ecclesiale di Roma è stato il motivo centrale dell’intervento del S. Padre, tanto da dare il titolo al Convegno. Esso è stato il primo organizzato dal Cardinal Vicario Agostino Vallini, ciò fa sì che il tema della corresponsabilità assuma rilievo di indirizzo programmatico del suo servizio alla Diocesi di Roma, in continuità con quanto già iniziato dal suo predecessore.
E' stato appena ricordato che, nel passato decennio, l'attenzione della Diocesi si è concentrata per tre anni inizialmente sulla famiglia; poi, per un successivo triennio, sull'educazione alla fede delle nuove generazioni, cercando di rispondere a quella «emergenza educativa», che è per tutti una sfida non facile; e da ultimo, sempre con riferimento all'educazione, sollecitati dalla Lettera enciclica Spe salvi, avete preso in considerazione il tema dell'educare alla speranza. (...) desidero esprimere il mio apprezzamento per la scelta pastorale di dedicare tempo ad una verifica del cammino percorso, con lo scopo di mettere a fuoco, alla luce dell'esperienza vissuta, alcuni ambiti fondamentali della pastorale ordinaria, al fine di meglio precisarli, e renderli più condivisi. A fondamento di questo impegno, al quale attendete già da alcuni mesi in tutte le parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali, ci deve essere una rinnovata presa di coscienza del nostro essere Chiesa e della corresponsabilità pastorale che, in nome di Cristo, tutti siamo chiamati ad esercitare. E proprio su questo aspetto vorrei ora soffermarmi...
Dopo un riferimento all’ecclesiologia di comunione del Concilio Vaticano II e all’esperienza della Missione Cittadina in preparazione al Giubileo, questi “prolegomeni” ad una rinnovata presa di coscienza della corresponsabilità di laici e sacerdoti insieme nell’azione apostolica, richiedono una maturazione ulteriore che va al centro dell’azione pastorale. Continua così il S. Padre:
Molta strada tuttavia resta ancora da percorrere. Troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi. Pochi sono ancora i laici, in proporzione al numero degli abitanti di ciascuna parrocchia che, pur professandosi cattolici, sono pronti a rendersi disponibili per lavorare nei diversi campi apostolici. (...) Quali vie possiamo percorrere? Occorre in primo luogo rinnovare lo sforzo per una formazione più attenta e puntuale alla visione di Chiesa, e questo da parte tanto dei sacerdoti quanto dei religiosi e dei laici. Capire sempre meglio che cosa è questa Chiesa, questo Popolo di Dio nel Corpo di Cristo. E' necessario... migliorare l'impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova la corresponsabilità dell'insieme di tutti i membri del Popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell'essere e dell'agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato. Questa coscienza comune di tutti i battezzati di essere Chiesa non diminuisce la responsabilità dei parroci. Tocca proprio a voi, cari parroci, promuovere la crescita spirituale e apostolica di quanti sono già assidui e impegnati nelle parrocchie: essi sono il nucleo della comunità che farà da fermento per gli altri.

b. L’azione missionaria attraverso i piccoli gruppi di famiglie

La corresponsabilità nell’azione missionaria fra sacerdoti e laici di Roma, proprio nello spirito del Grande Giubileo del 2000 che l’ha inaugurata, ha il suo centro nel riprendere l’iniziativa della costituzione dei piccoli gruppi di famiglie che si riuniscono nelle case per ascoltare la Parola e vivere la comunione e la carità.
E’ stato uno dei più significativi frutti della Missione Cittadina in occasione del Giubileo del 2000 e deve riprendere oggi vigore, innanzitutto per la costituzione dei gruppi di giovani famiglie. Così si è pronunciato il S. Padre, chiedendo di estendere questo metodo missionario anche alla “pastorale di ambiente” nei luoghi di lavoro:
La crescita spirituale ed apostolica della comunità porta poi a promuoverne l'allargamento attraverso una convinta azione missionaria. Prodigatevi a ridar vita in parrocchia, come ai tempi della Missione cittadina, ai piccoli gruppi o centri di ascolto di fedeli che annunciano Cristo e la sua Parola, luoghi dove sia possibile sperimentare la fede, esercitare la carità, organizzare la speranza. Questo articolarsi delle grandi parrocchie urbane attraverso il moltiplicarsi di piccole comunità permette un respiro missionario più largo, che tiene conto della densità della popolazione, della sua fisionomia sociale e culturale, spesso notevolmente diversificata. Sarebbe importante se questo metodo pastorale trovasse efficace applicazione anche nei luoghi di lavoro, oggi da evangelizzare con una pastorale di ambiente ben pensata, poiché per l'elevata mobilità sociale la popolazione vi trascorre gran parte della giornata.

c. Nuova organizzazione della carità in spirito di corresponsabilità

Infine il Papa ha sottolineato che non è ne evangelicamente, ne storicamente possibile pensare ad un’azione missionaria efficace attraverso i gruppi di famiglie disseminati nelle nostre case, che prescinda da una testimonianza della carità che faccia fronte alle “nuove povertà” e “ai nuovi bisogni” delle famiglie.
Una testimonianza di carità che “organizzi la speranza” da dare attraverso di essa alle nostre famiglie, in quello spirito di corresponsabilità fra laici e sacerdoti, che superi la vecchia visione assistenzialista della carità.
Così il S. Padre conclude il suo discorso alla Diocesi:
...non va dimenticata la testimonianza della carità, che unisce i cuori e apre all'appartenenza ecclesiale. Alla domanda come si spieghi il successo del Cristianesimo dei primi secoli, l'ascesa da una presunta setta ebrea alla religione dell'Impero, gli storici rispondono che fu particolarmente l'esperienza della carità dei cristiani che ha convinto il mondo. Vivere la carità è la forma primaria della missionarietà. La Parola annunciata e vissuta diventa credibile se si incarna in comportamenti di solidarietà, di condivisione, in gesti che mostrano il volto di Cristo come di vero Amico dell'uomo. La silenziosa e quotidiana testimonianza della carità, promossa dalle parrocchie grazie all'impegno di tanti fedeli laici, continui ad estendersi sempre di più, perché chi vive nella sofferenza senta vicina la Chiesa e sperimenti l'amore del Padre, ricco di misericordia. Siate, dunque, «buoni samaritani» pronti a curare le ferite materiali e spirituali dei vostri fratelli. I diaconi, conformati con l'ordinazione a Cristo servo, potranno svolgere un utile servizio nel promuovere una rinnovata attenzione verso le vecchie e le nuove forme di povertà.


Dav
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Davide

Davide

Staff di Animatamente dal 2009. Animatore esperto con più di 20 anni di esperienza con bambini, ragazzi e giovani.

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