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Una breve esecuzione del coro polifonico...Un piccolo assaggio di musica polifonica, in questo caso al campo invernale del gruppo coppie eravamo solo 7...



Guantanamera è il titolo di una famosissima canzone popolare cubana che risale al XIX secolo. Vanta innumerevoli versioni e strofe diverse ed è spesso stata cantata da singoli e gruppi; quella probabilmente più nota è stata cantata da personaggi come Joan Baez e Pete Seeger. Il personaggio della "guajira guantanamera" altro non è che una "contadina di Guantanamo", alla quale il poeta/cantante si rivolge. La canzone è basata sulla poesia Versos sencillos composta da José Martí nel 1891, adattata da Julián Orbón nel 1949. La musica è stata composta da José Fernández Díaz ed è tuttora uno dei brani più amati dal popolo cubano. Ne esiste anche una versione italiana con parole diverse dalla traduzione letterale cantata da Betty Curtis.

Da wikipedia

Di seguito il testo in Spagnolo con la traduzione in italiano

Rit.: Guantanamera, guajira guantanamera Guantanamera, guajira guantanamera


Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma.

(Sono un uomo sincero
Di dove cresce la palma
E prima di morire voglio
Far uscire i versi dalla mia anima.)

Mi verso es de un verde claro
Y de un carmín encendido,
Mi verso es un ciervo herido,
Que busca en el monte amparo.

(Il mio verso è di un verde chiaro
E di un color rosso acceso,
Il mio verso è un cervo ferito,
Che sul monte cerca riparo.)

Cultivo la rosa blanca
En junio como en enero
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca.


(Coltivo la rosa bianca
In giugno come in gennaio
Per l'amico sincero
Che mi dà la sua mano franca.)

Y para el cruel que me arranca
El corazón con que vivo
Cardo ni ortiga cultivo:
Cultivo la rosa blanca.


(E per il crudele che mi strappa
Il cuore con cui vivo
Non coltivo né cardi né ortiche:
Coltivo la rosa bianca.)

Yo sé de un pesar profundo
Entre las penas sin nombres:
La esclavitud de los hombres
Es la gran pena del mundo.


(Io conosco un dispiacere profondo
Tra le pene senza nome:
La schiavitù degli uomini
È la grande pena del mondo.)

Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar,
El arroyo de la sierra
Me complace más que el mar.


(Con i poveri della terra
Voglio dividere la mia sorte,
Il ruscello della montagna
Mi piace più del mare.)
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Andrea

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