inserito da Davide, 23/03/2009 23:30:00
In questo breve articolo mi pongo il problema della eccessiva frammentazione che si riscontra in rete analizzando il panorama dei Siti Cattolici italiani. Tanti ed in aumento, ma eccessivamente dispersi e dispersivi in forma, contenuti, tecnologia, senza quell'unità e quella comunione che in altri contesti sono la nostra "arma" migliore...
Ritengo si possa classificare questa mole di siti, anche se molto grossolanamente, in tre macro-categorie:
- Siti istituzionali, legati fondamentalmente alla Santa Sede, con la loro veste ufficiale in forma e contenuti.
- Siti Diocesani e Parrocchiali nel numero di diverse migliaia, generalmente realizzazioni amatoriali di parrocchiani appassionati di Internet e tecnologie informatiche. Nel caso delle diocesi si notano invece alcuni interventi significativi che lasciano trasparire il ricorso a società specializzate del settore e modesti investimenti economici.
- Siti di Associazioni e gruppi generalmente no profit.
A fronte di questa significativa presenza, si possono tuttavia individuare alcuni limiti e “carenze” nella presenza Cattolica in Rete. In primo luogo la mancanza di un’azione di coordinamento generale, che crea un effetto “isole”. Queste migliaia di siti, sono piccole realtà che in forma, contenuti e tecnologia, sono estremamente eterogenei. Se da un lato ciò può apparire un vantaggio o un pregio, dall’altro risulta estremamente difficile aggregare e fruire di tali contenuti.
Affrontiamo questo problema legato ad esempio ad un semplice sito parrocchiale. Quello che accade spesso, navigando su alcuni siti parrocchiali, è che ci si trova di fronte a realizzazioni amatoriali curate da un singolo soggetto, con forti limiti di grafica, contenuti ed usabilità, tali da non essere utili ne ad una condivisione di informazioni interna alla Comunità, ne a dare evidenza all’esterno di quanto di bello e di buono accada all’interno della comunità stessa. Tale responsabilità non si può attribuire al “curatore” del sito, il famoso ed obsoleto “webmaster”, ma soprattutto alla mancanza di un’azione sinergica, comune e condivisa nella realizzazione di tale progetto, da parte di tutta la Comunità parrocchiale. Il risultato è che spesso dopo alcuni mesi di entusiasmo iniziale, tale progetto non coinvolge più i membri della Comunità ed il suo stesso fondatore e rileviamo in Rete centinaia di siti dove l’ultimo aggiornamento risale a Febbraio 1998 e l’unico contenuto che mantiene la sua attualità (non sempre) è la facciata della chiesa in bella evidenza in Home page.
Generalizzando e forzando volutamente il concetto, il risultato a livello di Chiesa Cattolica in Rete è quindi quello di una frammentata ed eterogenea presenza alla quale manca, quell’unità e quella comunione che tanta forza, vitalità ed entusiasmo le conferiscono in altre occasioni come ad esempio le Giornate Mondiali della Gioventù, gli eventi in Piazza San Pietro, le folle nelle visite e nei viaggi del Santo Padre.
Un progetto organico, armonico e sinergico di risorse, basato non tanto su investimenti da milioni di euro ma sulla formazione di giovani, volontari, sacerdoti, porterebbe, congiuntamente ad un impegno della “casa madre” (la Chiesa), ad una presenza forte, unita ed organizzata. In questo caso saremmo in grado, almeno parzialmente, di pluralizzare il mondo dell’informazione e la divulgazione di idee e valori sulla Rete e porci, almeno come alternativa, ai grandi portali commerciali che attirano, a fronte di ingenti investimenti e corposi ritorni pubblicitari, i giovani ed i meno giovani cattolici che utilizzano quotidianamente Internet.
Torniamo ancora allo scenario del sito parrocchiale dove se ci fosse un lavoro comune di individuazione di alcuni obiettivi, una formazione adeguata, una condivisione profonda dei temi e dei contenuti del progetto ci sarebbe una maggiore probabilità di vederne frutti e benefici duraturi nel tempo.
In questo scenario vorrei sottolineare l’impegno di WECA (www.webcattolici.it), un’associazione che “intende offrirsi quale punto di riferimento per i siti informatici di ispirazione cattolica e la cui attività comprenderà: la promozione di attività formative, educative e culturali; la diffusione di iniziative e proposte dell'uso della rete per attività pastorali, la realizzazione, lo sviluppo e l'offerta di soluzioni software e di tecnologie infrastrutturali (connettività, supporti hardware e telematici) per facilitare l'accesso del mondo cattolico alla rete”.
E’ importante anche che sia sempre presente un contesto di formazione multidisciplinare, dove all’insegnamento della tecnica, si affianca la formazione spirituale della persona, elemento essenziale per comunicare, a prescindere dal mezzo, con efficacia e profonda umanità la nostra Fede.
Al prossimo articolo,
Davide