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...Non abbiamo davanti un pubblico, uno spettatore pagante, un campo di grano con tanti spaventapasseri. Abbiamo davanti delle persone. In un'età dove i dubbi annegano le certezze.
Ogni ragazzo è una persona, ed ogni persona è complessa. E' una complessità buona, fatta di diversità, di talenti, di storia, di esperienze, ma spesso anche segnata da profonde sofferenze...

Patrizio era alto, con i capelli chiari, collo tozzo, corporatura robusta, braccia sempre conserte, occhiali spessi. Fabrizio era piccolo, capelli scuri, occhietti vivaci, fisico agile. Alessia era semplice, tute larghe a mascherare qualche chilo in più, occhiali quasi più grandi del viso, lo stesso zainetto giallo sempre sulle spalle, una camminata ritmica e lenta. Carla era elettrica, un occhio non sempre allineato all'altro, robusta, vestita troppo spesso da signora, forse per ingerenza della mamma, capelli a caschetto, corti, chiari. Erano ragazzi ed oggi sono uomini e donne. Tutti diversi e tutti uguali nel pretendere di essere chiamati per nome. Chiamati per nome per essere riconosciuti, chiamati per nome per sentirsi coinvolti, chiamati per nome per essere ascoltati, chiamati per nome per sentire di essere importanti.
Le ferite più grandi che potevi infliggere nelle lore fragili coscienze era anche solo l'insinuazione del dubbio che non ti accorgessi di loro, che fossero come un granello su una spiaggia, che fossero uguali a tanti altri, che non avessi bisogno del loro saluto, della loro idea, del loro respiro.
E quando uno di loro s’isolava, in una bolla costruita ad arte, galleggiando senza far rumore nell'aria della stanza, proprio in quei momenti voleva essere cercato. Nascondersi per essere trovato, con il piacere sottile dell'infantile gioco del nascondino. Trovatemi prima che mi perda non so neanche dove.

E' così. Non abbiamo davanti un pubblico, uno spettatore pagante, un campo di grano con tanti spaventapasseri. Abbiamo davanti delle persone. In un'età dove i dubbi annegano le certezze.
Ogni ragazzo è una persona, ed ogni persona è complessa. E' una complessità buona, fatta di diversità, di talenti, di storia, di esperienze, ma spesso anche segnata da profonde sofferenze. Macchie d'inchiostro indelebile su una carta bianca e delicata. Situazioni familiari difficili e faticose, dove il cuore di un bambino soffre senza poter gridare, dove un'adolescente matura una rabbia che esplode dentro senza fare rumore, lasciando ferite invisibili che sanguinano per anni. E quelle persone sono tutte li, non puoi sceglierle, non puoi tracciare intorno ad ognuno di loro delle linee rette, chiuderle in una scatola ed attaccarci sopra un'etichetta.
Riconoscere le persone. E' una prima necessaria consapevolezza di ogni educatore. Tanti ragazzi, tante persone, tante variabili in una complessità di forme, di azioni e di reazioni. Un mosaico di minuscoli tasselli da costruire giorno dopo giorno prima di avere, se mai l’avrai, una chiara visione del tutto.
Davide

Davide

Staff di Animatamente dal 2009. Animatore esperto con più di 20 anni di esperienza con bambini, ragazzi e giovani.

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