inserito da Davide, 28/02/2016 16:47:38
Un gruppo è una sinfonia. Una giostra di suoni colorati. Un gruppo è un vortice di parole, di pensieri, di fiori, di lacrime, di silenzi.
Un gruppo è mutevole, è sempre diverso.
Un gruppo è un pozzo, di desideri, di intelligenze, di passioni.
Un gruppo è mutevole, è sempre diverso.
Un gruppo è un pozzo, di desideri, di intelligenze, di passioni.
Un gruppo è come una grande tela bianca sulla quale i ragazzi stanno disegnando. C’è chi usa giallo e dipinge un sole, chi usa il grigio e lascia solo una macchia piccola, in fondo a destra. C’è chi ancora non ha scelto un colore e con gli occhi curiosi osserva i colori degli altri. C’è chi traccia linee precise che già danno l’idea di una meta, e chi segna strade tortuose piene di sassi e di fango. Chi con il rosso avvolge tutti e chi con il blu si perde in mezzo alle nuvole. C’è chi ha la mano che ancora trema e non lascerà un segno fino a quando non sarà buio, fino a quando non sarà certo di essere solo.
Il vostro gruppo è una meraviglia, da scoprire, da gustare, da vivere. E’ uno strumento complesso, articolato e “potente” che dovete imparare a gestire. A volte potrete immergervi e nuotare con i ragazzi sotto la superficie. Altre volte dovrete cambiare punto di osservazione, salire più in alto con le vostre famose ali e valutare tutto in modo più lucido e distaccato.
Ogni ragazzo è come una ruota dentata di dimensioni diverse dalle altre. Accostarle tutte, farle girare insieme, creare armonia e comunicazione efficace è uno dei vostri obiettivi. Gli elementi più esuberanti, con un carattere dominante vanno guidati al rispetto ed all’accoglienza dell’altro. I più timidi, riservati ed impacciati, devono essere spinti a gustare la gioia di condividere con gli altri anche le loro paure ed i loro difetti. Nessuno di loro mancherà mai ad un appuntamento del gruppo se si sentiranno accolti, valorizzati, aiutati, stimolati, “coccolati”.
Al contrario se saranno emarginati, offesi, derisi, rifiutati, ignorati, leggerete nei loro occhi una profonda delusione e li perderete per sempre.
Qualche ragazzo in un gruppo è come un bicchiere di cristallo sotto ai piedi di cento elefanti. Per lui il gruppo non rappresenta sicurezza, protezione, rispetto, stima reciproca. Non resisterà molto. E’ necessario in un gruppo aiutare queste creature più fragili. E’ necessario far conoscere agli altri la loro sensibilità, insegnargli a spostare delicatamente il velo che nasconde la loro bellezza. Solo così, un giorno, inizieranno a sentire il bisogno l’uno dell’altro, si cercheranno, inizieranno a chiamarsi amici.
Alcuni ragazzi in un gruppo hanno un curioso effetto “molla”. Si avvicinano, si allontanano, spariscono per alcuni giorni, poi ritornano. Hanno occhi gonfi di curiosità, ti concedono spesso solo pochi attimi della loro attenzione, poi fuggono nuovamente nei loro mondo, non lasciando quasi nulla, come le onde che si ritirano dopo essersi infrante sugli scogli. Non possiamo rimanere fermi, barricati dietro al nostro ruolo, al nostro severo “chi c’è c’è”. Dobbiamo cercarli, fermarli, stringere la loro testa tra le mai con la delicatezza di una madre e chiedergli di esserci, di vivere al fianco degli altri questa esperienza. Dovete dirgli che avete bisogno di loro, che il gruppo ha bisogno di loro. Non dimenticate mai le molle.
Non siete una sagoma di cartone seduta su una sedia a raccontare a memoria una lezioncina. Non avete davanti tante statue di marmo, grigie, fredde, con gli occhi sbarrati. Non siete un generale che grida ordini davanti ad un esercito di soldatini di piombo. Voi sarete il nucleo di un atomo. Attorno a voi ruotano a velocità folle gli elettroni. Sono i ragazzi, le loro passioni, le loro reazioni, i loro sentimenti. E’ un gruppo, un sistema in equilibrio, ma il cui equilibrio è dato da un continuo contrapporsi di forze. Ognuno è se stesso ed interagisce con l’altro.
Marco mette in discussione anche la vostra parola. Carla rifiuta Antonio. Dovete chiamare in causa Valentina che sta sparendo nei suo pensieri. Paolo sta dicendo qualcosa che potrebbe ferire Alessia. Anna vuole parlare solo con voi. Daniela ha negli occhi solo i problemi della sua famiglia. Le lacrime di Patrizio per Elena nel pomeriggio hanno scavato solchi, come profonde rughe sul cuore. Ed in questo clima voi dovete trasferire un contenuto. Educare. Insegnare ed imparare ad Amare. Affascinante.
Avete tanti strumenti a vostra disposizione. Ne vedremo alcuni in questo libro. Ma non esistono solo parole, solo la vostra dialettica, la vostra intelligenza.
Avrete bisogno di silenzi, di abbracci, di sorrisi. Avrete bisogno di imparare l’arte della mediazione, l’arte di conoscere per proteggere, di scoprire per spiegare, di seminare per vedere crescere.
Se alla fine di ogni momento d’incontro con i vostri ragazzi sarete stremati e felici, sarà un segnale forte del fatto che state animando la loro vita.
Riassumiamo
Il gruppo è uno strumento meraviglioso per comunicare, far crescere, stimolare. Il gruppo è delicato e complesso e gestire le relazioni e le sue dinamiche interne può essere molto impegnativo e richiede attenzione, preparazione e partecipazione.
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