inserito da Santino, 11/02/2017 00:18:46
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del
Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore,
che non le sarà tolta».
rivolge al suo Maestro ed è come trasportato verso di lui, secondo un movimento che quasi lo fa uscire da se stesso; soggiogato dalla sua parola, egli fa parte di coloro, che Gesù proclama “beati”, perché “ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11, 28). Poi succede una cosa tutta particolare: Marta quasi preoccupata, esorta il Signore a richiamare Maria alle faccende domestiche. Non è difficile immaginare il tono, tra il risentito e lo scherzoso, con cui Marta, passando davanti ai due richiama Gesù. È proprio a questo punto che Gesù pronuncia una parola che da sola costituisce un piccolo vangelo: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose”. Il Signore approva in maniera incondizionata l’atteggiamento di Maria, e nota allo stesso tempo l’efficientismo di Marta; Ecco perché Gesù ammonisce amabilmente Marta: “Una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10, 42). Questa frase va intesa a un doppio livello: da una parte, essa allude alla richiesta di una sobrietà della mensa, che Gesù in quell’occasione non voleva fosse imbandita in maniera eccedente; dall’altra, egli opera il trapasso a un significato più profondo, concernente la vita spirituale: anche in questo ambito non è affatto necessario, anzi può essere pericoloso, disperdersi in vari tentativi e cercare da troppe parti l’ispirazione unificante della propria vita interiore. “Una sola è la cosa di cui c’è bisogno”, ed è l’atteggiamento di Maria, fatto di ascolto della parola di Gesù, avendo gli occhi e il cuore rivolti verso di lui, non solo attenti ma disponibili a quanto egli dice. La fede corre su due binari: Marta e Maria; azione e contemplazione; non Marta o Maria. Non dobbiamo mai vedere un contrasto tra l’azione e la contemplazione. Infatti, leggiamo nel Vangelo che fu “Marta” (e non Maria) ad accogliere Gesù “nella sua casa”. Del resto, la Prima Lettura di oggi ci suggerisce l’armonia fra le due cose: l’episodio dell’ospitalità concessa da Abramo ai tre misteriosi personaggi inviati dal Signore, i quali, secondo una antica interpretazione, sono addirittura immagine della Santa Trinità, ci insegna che anche con i nostri più minuti lavori quotidiani possiamo servire il Signore e stare a contatto con lui. Ne consegue per noi un ammaestramento molto concreto, che si può esprimere in forma interrogativa: fino a che punto siamo capaci di vedere nella contemplazione e nella preghiera un momento di autentica carica per i nostri quotidiani impegni? e, d’altra parte, fino a che punto siamo capaci di innervare fin nell’intimo il nostro lavoro con una lievitante comunione col Signore? Queste domande possono servire per un esame di coscienza e diventare stimolo per una ripresa della nostra vita di ogni giorno, che sia insieme più contemplativa e più attiva. Marta allora, non può
fare a meno di Maria, perché il nostro agire, il nostro servizio ha una sorgente unica che è nel cuore di Dio. Maria però, non può fare a meno di Marta, perché non c’è amore di Dio che non debba tradursi in gesti concreti. L’azione e la contemplazione sono due modi di amare, entrambi necessari. Sono i due poli di un unico comandamento: “amerai il Signore tuo Dio e amerai il tuo prossimo”; di un'unica beatitudine: “beati quelli che ascoltano la Parola di Dio; beati quelli che la mettono in pratica”. Ciò che siamo, ciò che facciamo ha il suo valore agli occhi del Signore. Doniamo a Lui ciò che siamo, con semplicità: la nostra preghiera che Dio benedice; il nostro lavoro e la propensione al servizio, che Dio ama. Siamo ormai nel cuore dell’estate: in ferie o nelle città arroventate: cerchiamo di portare nella nostra vita di tutti i giorni questa lezione del Vangelo di Luca. Che nessun’altra parola, da qualunque parte venga, ci distragga dalla nostra adesione di fede e di amore al Signore Gesù. Attingiamo dalla sua voce la forza necessaria per affrontare e superare tutte le difficoltà, che si frappongono sul nostro cammino. Per fare ciò accogliamolo a casa nostra, come fecero appunto Marta e Maria, e riconosciamogli il posto d’onore che gli spetta. Dalla sua presenza e dalla nostra disponibilità nasce e si rafforza il senso della nostra esistenza, e deriva la gioia che sempre occorre per rendere più leggero il percorso della vita. Buona domenica.