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Ciao a tutti,
con l’avvento e lo sviluppo, ma soprattutto con la diffusione capillare di nuove tecnologie più o meno accessibili a tutti, le modalità di condivisione, dialogo e confronto, hanno subito una radicale evoluzione.

Da un lato troviamo il fronte costituito da tutti i giovani ed “ex giovani” delle precedenti generazioni, ancora abbastanza legati a un concetto di comunicazione basato su realtà tangibili e quindi difficilmente attuabile per mezzo delle nuove vie che, soprattutto negli ultimi tempi, sono state introdotte.
L’altra fazione annovera nelle proprie fila tutta la “new generation” (passatemi il termine!), per la quale probabilmente parole come Web, Internet, Facebook, stanno assumendo una connotazione neanche lontanamente prevedibile solo qualche anno fa.
Come per molte situazioni “la verità sta nel mezzo”, pertanto il punto cardine della questione si riduce al saper trovare il giusto equilibrio fra le parti:
è importante non rifiutare ad ogni costo le nuove vie e, analogamente, non ridurre la comunicazione ad un’impersonale serie di click sul mouse.
Per quanto mi riguarda, frequento la mia parrocchia da molti anni e da altrettanto tempo pratico servizio di animazione volontaria a ragazzi adolescenti;
in questo contesto ho la fortuna di rendermi conto sistematicamente di quanto l’inevitabile e fondamentale ricambio generazionale, abbia piano piano causato una transizione dei metodi di comunicazione verso un mondo più “virtuale”...
La quasi totalità dei ragazzi comunica costantemente tramite chat, social network e affini e svolge i propri compiti/ricerche utilizzando i più noti motori di ricerca, coi quali, impostando qualche semplice “key word” (per mantenere questo slang new age!), è possibile trovare ed approfondire ogni tipo di informazione;
Questi ragazzi si organizzano, chiacchierano, si scambiano preziose informazioni, compiti, idee o semplicemente pensieri tramite il web;
Eppure non parlo di preistoria se ricordo che quando si citofonava all’amico per giocare, se era in atto una “punizione”, non ci si vedeva per un bel po’ oppure quando ripenso a quei pomeriggi in cui uno dei più grandi pericoli era rappresentato dalla vecchina del primo piano che, dopo l’ennesimo tiro sbagliato, provvedeva alla “foratura del pallone nuovo” e, senza scrupoli, alla mostra del nuovo trofeo di guerra dal balcone, a monito futuro...
Uscendo fuori dalla “piscina del passato” nella quale ci siamo appena tuffati e tornando al punto, mi chiedo: dove sia, ora, il limite alla quantità e qualità dei dati fruibili da chiunque in ogni angolo del pianeta, che ogni secondo fluttuano per la rete?
NESSUNO.
O meglio c’è una soglia ed è quella imposta dal buonsenso: l’evitare di far diventare il computer strumento irrinunciabile nel corso della propria vita, dovrebbe essere una pratica insita nell’animo umano, spinto per natura alla conoscenza di altri individui con cui poter interagire attivamente.
Questo in parte è vero;
Sono certo (e rassicurato!) che molti ragazzi, trascorso il proprio tempo “limite” dedicato al computer ne siano quasi nauseati e ricerchino all’esterno delle proprie mura lo “stare insieme”, nel mondo reale; sono altrettanto certo che lo strumento venga usato spesso al fine di ottimizzare i tempi anche fra molte persone allo stesso tempo (magari il potersi organizzare velocemente per vedersi un particolare giorno!!)
Sono molti i fattori positivi a sostegno del “nuovo corso” (e il presidente Kennedy mi perdonerà!).

Il rovescio della medaglia è rappresentato da tutti quei giovani che per un motivo o per un altro corrono il rischio di diventarne schiavi; il non essere in grado di organizzarsi, o peggio ancora giocare e divertirsi senza l’ausilio di Internet;
coloro che quando non sono a casa sono alla ricerca spasmodica di un computer dal quale potersi collegare e, finalmente, trascorrere del tempo con gli altri...
Non è una situazione distopica, bensì un lato ancora buio da dover analizzare e controllare, soprattutto nell’ottica delle future generazioni.
Un altro pensiero corre veloce e si rivolge a tutti quei ragazzi con difficoltà di socializzazione, a coloro che vengono emarginati, allontanati, magari vessati, dai coetanei o a quelli che presentano delle diversità fisiche o psicologiche e costretti molte ore a casa.
Tutte queste (e molte altre!) categorie di persone, alla luce delle evoluzioni tecnologiche-sociali già ampiamente descritte, affronteranno in modo sano il proprio rapporto con la “comunicazione”?
Sapranno, nel tempo, porre dei freni ad una realtà che, di per se, ne offre ben pochi?
E’ chiaro che questo articolo non si basa sulla presunzione di fornire risposte a queste e altre (Molte altre!!) domande: mi piacerebbe lasciare al lettore questi piccoli spunti di riflessione sul rapporto fra i giovani e Internet e sulla sottile soglia che ne delimita le facilitazioni dai rischi;
Spero solo che in un futuro lontano (ma neanche tanto, se ci pensiamo bene), avremo sviluppato una vera e propria “sensibilità” nei confronti dell’argomento e alla domanda “La tecnologià è al nostro servizio?”, saremo ancora capaci di dare una risposta decisa.


Un mega abbraccio,
Fabrizio
Fabrizio

Fabrizio

Collaboratore di Animatamente. Animatore junior.

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Commenti

  • Santino
    Inserito da Hersel

    Un articolo molto esaustivo,i miei complimenti ^_^ ,comunque e grazie alle nuove tecnologie tra cui i più popolari social network che possiamo interagire in tempo reale con i nostri ragazzi ,spesso e grazie agli stessi social network che riusciamo a comprendere al meglio la gioventù di oggi,invaghita troppo dalle tecnologie.

  • Inserito da Anonimo

    Caro Fabrizio, anch'io come te dedico un po'del mio tempo alla animazione di un gruppo di adolescenti della mia parrocchia. I miei ragazzi hanno 12/13 anni ma a mio avviso sono già schiavi della tecnologia al punto da non poter fare un ritiro di 1 giorno e mezzo senza cellulare, da chattare su msn alle 14 con gli amici che hanno visto a scuola fino alle 13, da ascoltare e vedere solo musica e film scaricati da internet. il risultato è che si innamorano, si prendono e si lasciano solo tramite sms e non avranno mai il gusto o il piacere di diventare rossi di fronte alla ragazza o al ragazzo che piace loro. Il problema è che la maggior parte dei genitori si nasconde dietro alla comoda scusa del "fanno tutti così e il mio non deve essere emarginato".Io sto combattendo una guerra persa (anche con i miei figli di 19 e 16), ma non mi arrendo. Purtroppo non è solo un problema di abitudini ma anche di cultura. Non sanno consultare una enciclopedia o fare una ricerca... tanto Wikipedia è talmente intelligente da capire cosa cercano anche se sbagliano e scrivono le "K" al posto delle "C".
    Avrei da aggiungere ancora molto....per loro uscire con un amico/a vuol dire molto spesso usare un auricolare ciasuno dell'Ipod e ascoltare la stessa musica a palla mentre camminano, tanto se hanno qualcosa da dirsi se lo scriveranno dopo cena su facebook......
    Mi sento sola e a volte anche arrabbiata perchè ho l'impressione che molti adulti e ragazzi condividano quello che sostengo ma non abbiano la voglia e l'intenzione di fare qualcosa per cambiare le situazioni (tutto sommato perchè distinguersi dal branco.....non valgono a niente neanche gli appelli medici sugli effetti nocivi per la salute legati all'utilizzo eccessivo di cellulari, computer ecc....)
    In bocca al lupo a tutti quelli che vorrebbero provare a fare qualcosa per cambiare le cose.....

    Barbara

  • Inserito da Anonimo

    ciao

  • Santino
    Inserito da Davide

    A quando il tuo prossimo articolo?? ;-))

  • Inserito da Anonimo

    Bravo!! Bell'articolo
    Peppe

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